è cominciato tutto nel 2016, quando a
Padre Modesto, trentino doc, sacerdote Agostiniano e Presidente dei
nostri Gruppi Rangers (dedicato ai ragazzi) e di Millemani (rivolto
agli adulti) è stata diagnosticata una malattia inguaribile (ad
oggi)!
Siamo qui proprio per
quella parola: inguaribile”, affinché presto diventi “curabile”.
P. Modesto è stato
accolto al “Centro Nemo” di Arenzano, diretto allora dal Dott.
Zuccarino, ed è stato accudito nel migliore dei modi: io, da
profana, non posso entrare nel merito delle cure mediche che gli son
state somministrate; ovviamente posso parlare solo guardando
l’aspetto puramente umano.
E qui, Signori, ho
solo che da complimentarmi con chi l’ha aiutato, supportato,
consigliato, agevolato, assistito, curato e soccorso nei suoi
momenti più bui.
Noi eravamo intorno a
lui, sempre, a turni, con grande affetto e partecipazione ma
eravamo, e siamo, solo amici: le parole di un Medico, per altro
diventato caro sostenitore, e del personale sanitario son
tutt’altro: basta un gesto, un cenno o una parola detta al momento
giusto che un per un po’ ci si sente meglio, si impara, grazie a
loro a dare un volto al nemico, a conoscerlo meglio, ad averne meno
paura, a temerlo, sì, certo, ma a dare dei confini a quell’
angoscia, a darle dei limiti, a relegarla, per un attimo, in un
angolo.
P. Modesto non ha
scelto scorciatoie: sapeva tutto, fin dall’inizio della malattia, e
il suo cammino è andato avanti grazie ad una Fede incrollabile:
Modesto ha accettato in gioventù tutti gli spostamenti che i suoi
superiori gli han proposto e da adulto ha accettato la SLA,
cambiandole pure il nome (per lui era diventata “SLAvina”).
Ha fatto di quella
malattia una bandiera per dire a tutti: “Io credo, non sono solo ed
accetto tutto ciò che la vita mi pone davanti”.
Il messaggio era
forte e chiaro; nel corso della SLA ha subito molti interventi
devastanti, si alimentava solo con sacche e cannule, ha perso l’uso
della parola e degli arti: gli era rimasto solo il pollice destro e
con quello, imperiosamente verticale, ti accoglieva ogni volta che
varcavi la sua stanza al Centro Nemo.
Mody ha avuto
coraggio, è stato coerente con la sua scelta fatta a 12 anni a Mione
di Rumo (TN): io scelgo di diventare “Padre”; dare un poco a tutti,
e non tutto a pochi!!!
Nella sua vita è
stato
sempre
affiancato da ragazzi, a cui spesso, cambiava la direzione, la rotta
stessa della vita, insegnando loro a parlare in pubblico, ad esporre
concetti senza paura, li avviava ad un mestiere (ad esempio il
gruppo audio-luci e colori che proprio stasera agiscono qui al
Ducale), stare fra la gente pensando da leader, ma partendo dal
basso.
Quando a Roma, il 13
giugno 1983 è stato ordinato sacerdote da Papa Woityla, non avrebbe
mai pensato di ritornarci, ma su una carrozzella (anzi, la sua BCS,
come il suo trattore di quand’era ragazzo), abbracciando ancora una
volta un Papa rivoluzionario: da Papa Karol a Papa Francesco.
La SLA è stata
devastante, ma il Centro Nemo gli ha fornito tutto il calore, tutta
l’assistenza e il supporto medico di cui aveva bisogno, arrivando a
fargli scrivere, su una lavagnetta che usava per comunicare ancora
con noi: “Il dolore se vissuto con speranza porta gioia”.
Grazie Mody, hai
fatto della tua battaglia una testimonianza di fede viva, aperta e
gioiosa, come è scritto nello Statuto dei Rangers, i tuoi ragazzi.
Loro e noi adulti di
Millemani,
InSIeme, continueremo
a portare avanti ciò che ci hai insegnato, ricordando che
“SOLO
COL VENTO CONTRARIO L’AQUILONE PRENDE IL VOLO”.
Mina
Traverso Semin
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