12° CAMPO FAMIGLIE  5-12 luglio 2006

 

 

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Mercoledì 5  luglio

La Sua parola

dal Vangelo di MATTEO  5, 7 -  9

 

“Beati  i poveri n spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.”

 

Costruiamo le basi: il Vangelo

 

“Se prendi in mano il Vangelo per la prima volta ti fa l’impressione di uno specchio; ti fa vedere come sei, molto lontano da come dovresti essere. Se continui a prendere in mano il Vangelo, dopo la prima volta, ti accorgi ben presto che la parola di Dio non è solo coscienza critica, condanna negativa, ma è tutto progetto di vita, è proposta positiva e costruttiva.

E’ un seme vivo che contiene in sé la pianta. Se mangi tali frutti vivrai della sua vitalità, se l’ascolti cresci, se la metti in pratica ti cambia, ti fa nuovo”.

Dovremo essere un po’ tutti come quel bambino che Gesù chiamò in mezzo ai discepoli e disse loro “Dovete diventare come questo bambino”.

A differenza di noi adulti i fanciulli, forse, sono più fiduciosi, semplici e disponibili nell’unire le proprie mani con gli altri.

 

SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

Le confessioni di S. Agostino CAP. XII

 

“Parlavo e piangevo, gonfio il cuore di amarissima contraddizione. Ed ecco dalla casa vicina mi giunge canterellata una voce – o di bambino, o di bambina, non so – che ripeteva a guisa di un ritornello: “Prendi, leggi; prendi, leggi”. Di colpo il volto si muta: e il mio pensiero va ricercando attentamente se quella sia una delle cantilene che i fanciulli sogliono ripetere in qualche loro giuoco; ma non rammento affatto di averla già udita. Frenai il corso delle lagrime, mi alzai, sicuro che quella voce non era altro che un ordine del cielo di aprire il libro e di leggere il primo capitolo che mi capitasse sotto gli occhi. Avevo prima sentito raccontare di Antonio che da una lettura del Vangelo a cui per caso assisteva, come se essa fosse stata indirizzata a lui personalmente, aveva ricevuto l’invito: “Va, vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”, e che era stato istantaneamente convertito a Te da quella parola divina” (…)

 

  

Giovedì 6 luglio

La Sua parola

Dal Vangelo di Gv 17, 9-17 Gesù prega per i suoi amici

 

“Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità.”

 

L’amicizia

 

Gesù, nelle parabole del Suo insegnamento ci presenta Dio in molti modi: come padrone, come giudice, come benefattore come maestro, come padre. Nel Vangelo di Giovanni, 17 (9,17) si presenta nella veste dell’amico innalzandoci con ciò al suo livello, perché l’amicizia, come diceva già Aristotele, o trova pari o rende pari anche i diversi. Per comprendere quanto Gesù tenga ad un amico è appropriato ricordare il Vangelo di Giovanni, 11 (1ss), laddove alla morte di Lazzaro di Betania Gesù si turba, si commuove e piange. Con ciò possiamo ritenere l’amicizia come il sentimento universale che dovrebbe legare gli uomini in un abbraccio fraterno senza fine. E’ l’inesprimibile conforto di sentirsi sicuro con una persona. Come diceva Georges Elliot, ti sentirai tanto sicuro di non dover pensare i pensieri né misurare le parole, ma solo da elargirli. Sai, infatti, che una mano fedele li prenderà e setaccerà e terrà quello che vale la pena di tenere, soffiando via il resto. Maria Teresa di Calcutta esortava a trovare il tempo di essere amico perché quella  è la strada della felicità.

Il Campo Famiglia come sta in tutto questo? Il Campo famiglia è il mezzo per dare amicizia e ricevere felicità.

 

PENSIERI

 

Gesù, quando eri sulla terra

avevi degli amici che

ti erano particolarmente cari.

Hai provato la gioia

della loro compagnia;

hai anche sofferto

per il loro abbandono.

Ti prego, proteggi i miei amici.

Aiutami a essere un buon amico.

Amen                       (Anonimo)

 

 

Venerdì 7 luglio

 

La Sua Parola

Dal Salmo 139, 1-14 Mi hai fatto come un prodigio

 

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.

Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.  Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.

Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come la luce.

Sei tu che hai creato le mie viscere e tu hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.

Una famiglia di famiglie

Racconto: in un villaggio islamico un piccolo gruppo di persone divenne cristiano. Immediatamente si chiusero per loro tutte le porte della comunità. Gli uomini non potevano più stare con gli altri uomini in piazza a fumare e chiacchierare, le donne non potevano più attingere acqua alla fontana del villaggio. I nuovi cristiani furono costretti a scavarsi una fontana per conto loro. Un giorno la fontana del villaggio si inaridì e seccò. Allora i cristiani invitarono compaesani a venire ad attingere acqua alla loro fontana. Fecero di più: sulle loro case appesero un piccolo cartello che diceva: “QUI ABITANO DEI CRISTIANI”. Ciascuno sapeva così che in quella casa avrebbe trovato aiuto e una mano tesa.

Se ci sappiano educare al dialogo e al confronto reciproco tra componenti di una stessa famiglia ci sarà più facile aprirci a una dimensione più vasta che abbraccia la comunità ecclesiale e l’ambiente sociale, perché sarà la famiglia stessa a inserirci in questa realtà.

E’ importante che ciascuno scopra nella sua situazione concreta i doni che può mettere a disposizione degli altri; il proprio ruolo e la propria responsabilità specifici nella comunità cristiana. La comunità cristiana non può essere occupata da nessuno in esclusiva, tutti sono chiamati a partecipare , tutti sono responsabili, nessuno escluso. La stessa distinzione tra religiosi, laici, preti, vescovi, papa, non è data dalla diversa dignità, ma da diversi servizi che rendono alla comunità.

 

PENSIERI

Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: “Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti”. Ma egli rispose: “Mia madre e i mie fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”.

Preghiera dei genitori

“Signore, ti ringraziamo perché ci raccogli in preghiera alla tua presenza, nella nostra casa: la nostra casa  è più solida, la nostra famiglia è più unita, quando stiamo alla tua presenza. Tu sei sempre presente, ci accompagni con la tua mano amica e onnipotente, ma noi siamo tanto distratti e ci pensiamo così poco! Dimentichiamo tanto spesso che tu ci inviti a dimostrare con te, nella pace, nello stupore della tua bellezza, nella consolazione della tua amicizia. (…)

Donaci, Santo Spirito di Dio, la grazia della preghiera, donaci l’animo del Figlio di Dio, Gesù, per vivere sempre in comunione con Dio Padre e rendere  a Lui gloria in ogni pensiero, in ogni parola e in ogni azione”.

 

 

Sabato 8 luglio

 

La Sua parola Il Buon Samaritano

Dal Vangelo di Dal Vangelo di Luca 10, 30 – 37

Gesù riprese:

“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e pii se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide  e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?” Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse :”Va’ e anche tu fa lo stesso”.

 

AEP ovvero Accoglienza, Entusiasmo e Perdono

Viviamo in un mondo in cui dominano i codici (cd, sms, mms,…), sigle che forse tra qualche anno saranno superate da altre, visto che comunque il mondo è sempre in continua evoluzione e nella società odierna quello che ora è nuovo tra un minuto è già passato.

Fortunatamente ci sono però c’è una sigla che simboleggia tre parole magiche e che non perderà mai valore nel tempo, vale ora come tra cento anni: AEP à Accoglienza, Entusiasmo, Perdono, un mix di quei concetti chiave che ognuno di noi dovrebbe mettere in pratica. Noi qui nel nostro piccolo lo stiamo già facendo: nelle nostre associazioni, nella vita di tutti i giorni, nelle nostre famiglie… cerchiamo di far passare, attraverso certi concetti, i valori in cui crediamo e per i quali ogni anno ci ritroviamo inSIeme a fare campi (estivi ed invernali), feste del volontariato, senza contare poi gli impegni di tutti i giorni che si rifanno sempre alle tre parole.

Il nostro operato lo rendiamo vivo grazie anche all’entusiasmo che ci mettiamo, in quanto al servizio di…, bisogna sempre cercare il lato positivo delle cose mettendoci sempre un po’ di quella “E” maiuscola; ma alla base di tutto bisogna sempre saper “allargare il cerchio” accogliendo e non escludendo: solo così si potrà anche ad una collaborazione più stretta tra persone diverse, proprio come nel nostro caso.

 

PENSIERI

Se un principe dovesse venire in casa vostra, vi appaghereste di toglier solo certe orridissime macchie che mettono ribrezzo? Ah, no! Procurereste alla meglio di pulirla anche dalla polvere, di correggere qua e colà con qualche pennellata anche le piccole macchie che stanno male, non è vero? E venendo Gesù nel vostro cuore, vi basterà di togliere solo le orrende macchie del peccato mortale, senza procurare di mondarvi alla meglio da quelle dei peccati veniali, di quelli almeno in cui cadete con più frequenza e che sono più gravi?
E’ appunto da questa trascuranza che procede il nessun effetto che ricaviamo tante volte da tante comunioni.
( Beato Pietro Bonilli)

 

Il fuoco illumina, purifica, consuma. Lo Spirito Santo illumina la mente, purifica il cuore, consuma le viziose abitudini ( Beato Pietro Bonilli)

 

 

Domenica 9 luglio

La Sua parola

Dal Vangelo di Matteo 10, 8-10” La Missione dei Dodici

“Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni.Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento.”

 

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

 

 

SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

Dal libro del SIRACIDE 7, 32 – 36

 

Al povero stendi la tua mano, perchè sia perfetta la tua benedizione.

La tua generosità si estenda a ogni vivente e al morto non negare la tua grazia.

Non evitare coloro che piangono e con gli afflitti mostrati afflitto.

Non indugiare a visitare un ammalato, perché per questo sarai amato.

In tutte le tue opere ricordati della tua fine e non cadrai mai nel peccato.

 

 

Se un principe dovesse venire in casa vostra, vi appaghereste di toglier solo certe orridissime macchie che mettono ribrezzo? Ah, no! Procurereste alla meglio di pulirla anche dalla polvere, di correggere qua e colà con qualche pennellata anche le piccole macchie che stanno male, non è vero? E venendo Gesù nel vostro cuore, vi basterà di togliere solo le orrende macchie del peccato mortale, senza procurare di mondarvi alla meglio da quelle dei peccati veniali, di quelli almeno in cui cadete con più frequenza e che sono più gravi?
E’ appunto da questa trascuranza che procede il nessun effetto che ricaviamo tante volte da tante comunioni.
( Beato Pietro Bonilli)

 

Lunedì 10 luglio

La Sua Parola

Dal Vangelo di Luca 8, 4 –24 Parabola del seminatore

“Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città disse con una parabola: “Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un’altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un’altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto”. Detto questo, esclamò: “Chi ha orecchi per intendere, intenda!” (…)

I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: “A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole perché vedendo non vedano e udendo non intendano.”

 

Il desiderio di aiutare

Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell’ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

 

PENSIERI

 

Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. (Dalla lettera agli Efesini)

 

IO sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo  pota perché porti più frutto. (…) Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimante inme. Io sono la vite e voi i tralci. (dal Vangelo di Gv, 15, 1 ss)

Una vita per Dio,  una vita per gli altri

.“Non vi aspettate altra ricompensa che il cielo”…   (Beato Bonilli)

Il fuoco illumina, purifica, consuma. Lo Spirito Santo illumina la mente, purifica il cuore, consuma le viziose abitudini ( Beato Pietro Bonilli)

La carità è il metro col quale il Signore ci giudicherà tutti. (San Padre Pio)

 

 

Martedì 11 luglio

La Sua parola

Dal Vangelo di Giovanni 13, 3–16 La lavanda dei piedi

 

Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi, versò l’acqua in un catino  e cominciò a lavare i piedi ai discepoli ed ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”. Gli disse Simon Pietro: “Non mi laverai mai i piedi!” Gli rispose Gesù: “Se non ti  laverò, non avrai parte con me”. Gli disse Simon Pietro: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo”!. Soggiunse Gesù: “Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti”. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse “Non tutti siete mondi”. Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro :”Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.

Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.”

 

Una Famiglia senza pregiudizi ma spinta dall’Amore

Quali sono gli ingredienti che ci fanno dire di “sentirci in famiglia”anche in situazioni diverse, lontano da casa, tra gente che non conosciamo? Non sono le persone, ma quello che fanno e come lo fanno, l’aria che si respira e che ci fa sentire accolti.

            Mi chiedo a volte come mai il Signore abbia pensato di proporsi   a noi sotto forma di un Padre, di chiamarci figli, di farci sentire che siamo un solo popolo legato da vincoli di fratellanza dati dalla stessa fede.

            Non sarà allora questo il segretou? Se ci si considera uniti dallo stesso legame ci si riconosce fratelli anche se sconosciuti, quando si condivide un simile modo di pensare e di fare le cose.

            Unica “condizione”, quindi, non stare a guardare le provenienze, le differenti mentalità e modi di pensare. Non considerarli ostacoli insormontabili, ma tessere di un unico disegno.

            Lo spirito di famiglia, che non guarda al colore o alla provenienza: in famiglia si cerca di

rispondere alle richieste quando si presentano, a patto che si faccia parte della famiglia quindi , “basta” allargare il confine della famiglia, renderlo universale, per starci tutti dentro e rispondere con un SI alle richieste di aiuto che ci vengono da uno che( Parrocchia, Diocesi, vicino di casa, straniero, madre in difficoltà, compagno di scuole dei figli, ecc…..), a quel punto, solo fratello può essere, non mai estraneo.

            Se riuscissimo a capite che questa è la formula vincente, e che esiste un unico dato di fatto: la famiglia c’è a tutte le latitudini, la troviamo in tutte le culture, e che le “regole” che la governano sono universali!!!!!!!!!!!!!!!Troveremmo un linguaggio che non ha bisogno di vocabolari, né di interpreti; quello del Bene. 

             

SPUNTI DI RIFLESSIONE   

Preghiera al Crocifisso ( anonimo fiammingo del XV secolo)

Cristo non ha più mani, ha soltanto le nostre mani per fare oggi le sue opere.

Cristo non ha più piedi, ha soltanto i nostri piedi  per andare oggi agli uomini.

Cristo non ha più voce, ha soltanto la nostra voce per parlare oggi di sé.

Cristo non ha più forze, ha soltanto le nostre forze per guidare gli uomini a sé.

Cristo non ha più Vangeli che essi leggano ancora.

Ma ciò che facciamo in parole e in opere è l’Evangelico che si sta scrivendo

 

Mercoledì 12 luglio

La Sua parola

Dal Vangelo di Marco 10, 17-2 VIENI E SEGUIMI

 

“Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”.

Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”.

Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.”

 

InSIeme X con:

 

Condividere non è semplicemente stare assieme per fare alcune cose, condividere è molto di più: è stare insieme con un senso, spinti da una motivazione forte che abbatte tutte le diversità e ci fa sentire uniti.

Saper condividere insieme ideali, progetti, sogni è un impegno che comporta anche alcuni sacrifici, lo abbiamo sperimentato sicuramente in questi giorni di campo durante i quali un po’ tutti a turno abbiamo rinunciato a qualcosa a cui tenevamo per far prevalere il bene comune, abbiamo rinunciato al nostro punto di vista per lasciare emergere il bene della comunità.

In fondo per condividere esperienze forti con altri ci vuole coraggio, lo stesso coraggio che occorre per “vendere quello che hai e darlo ai poveri e avrai un tesoro in cielo, poi vieni e seguimi”.

Questo campo famiglie ha segnato, oltre ad un forte momento di condivisione tra tutti i partecipanti, condivisione di gioia e dolore, di gite, di pranzi, di discorsi, di sogni, il primo campo ufficiale  dell’associazione Millemani per gli altri  che, al di là dei progetti di bene  rivolti verso l’esterno, dovrebbe essere fondata, in primis,  proprio sulla consapevolezza di essere comunità, di essere unità, di essere “uno per tutti e tutti per uno”.

 

PENSIERI

 

Che strano Signore, quando sto con gli altri si ride e si scherza eppure quando torno a casa
mi sento come insoddisfatto.

Che strano Signore, sto in compagnia degli altri per essere felice eppure il senso di noia
non mi abbandona.

Dove sbaglio?… Come? Sto con gli altri per prendere non per dare? Cerco la mia felicità ma no quella degli altri? Forse hai ragione…

Allora Signore, fonte di ogni accoglienza e amore, aiutami a convertirmi ad un amore disinteressato, a vincere il desiderio che sempre mi ritorna di utilizzare gli altri a mio piacimento

Aiutami a convertirmi ad un amore forte, a richiedere a me stesso e agli altri
coraggio, impegno e fantasia nel creare legami d’affetto

Tu sei il Dio dell’Amore: aiutami ad amare!

Amen                                                                                                                       (Anonimo)

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23-07-06