11° CAMPO FAMIGLIE  5-13 luglio

 

 

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Millemani per edificare…

“… Mani, prendi queste mie mani,  fanne vita fanne amore, braccia aperte per ricevere…

Cuore, prendi questo mio cuore, fa che si spalanchi al mondo, germogliando

per quegli occhi che non sanno pianger più” (P. Bussani)

Sono tanti anni che veniamo a Rumo, ogni anno è diverso dal precedente, quest’anno anche noi siamo diversi, abbiamo un nome differente, ma, in realtà, siamo sempre le stesse persone.

Il 2005 vede protagonista il campo di Millemani, il movimento di adulti di inSIemeVOLA Mosaico, siamo qui per edificare  un sogno, un sogno che, in realtà, coltiviamo giorno dopo giorno, quello di diventare COMUNITA’.

Ci ritroviamo da 11 anni su queste stesse strade, su questi stessi prati, tra questi stessi monti, tra la purezza di questa natura incontaminata per “fermarci un attimo”.

Il campo famiglia non è una vacanza, ma un momento di condivisione: condivisione di talenti, di sogni, di aspettative, di età ed esperienze diverse.

Il tema di quest’anno è “Millemani per edificare” partendo dalla terra, scavando le fondamenta, gettando la prima pietra, stando insieme con collaborazione e serenità per dare vita là dove prima non c’era niente, per plasmare un qualcosa che rispecchi il nostro modo di essere e di pensare che sia di testimonianza di “prima di me ho messo te”.

A Rumo arriviamo da Genova e da Spoleto per ritrovarci insieme “amici” tra “amici” ma anche per gettare le basi per il futuro in termini di iniziative di solidarietà.

Di perché se ne possono trovare tanti altri. Ad esempio:

  1. continuare a scoprire i talenti che Gesù ha messo nel nostro zaino;
  2. continuare a frequentarci per divenire più “gruppo”;
  3. migliorare i rapporti tra le persone di diversa età ma di un’unica matrice;
  4. condividere ideali e convinzioni su un prato e non solo fra le mura associative;
  5. vivere pienamente la fede cattolica ed i messaggi evangelici in un contesto unico e differente dal “solito posto”;
  6. gettare le basi per costruire insieme un altro anno carico di soddisfazioni, cercando di migliorare sempre un po’ di più.

 

La direzione di Millemani augura a tutti un buon soggiorno!

 

Il campo e la Sua Parola

 

Mar 5 luglio       La terra (Mt 13, 1 -9)

1Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. 2Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose in parabole.

E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. 6Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. 7Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. 8Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. 9Chi ha orecchi intenda". 

Mer 6 luglio       Il progetto (Mt 10, 5 -10)

5Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti:

"Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. 7E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, 10né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.

 

Gio 7 luglio       Le fondamenta (Mt 7, 24 -27)

24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande".

 

Ven 8 luglio       La prima pietra (Mt 16, 13-23)

13Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". 14Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". 15Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". 16Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". 17E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

21Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. 22Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". 23Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!".

 

Sab 9 luglio       Le difficoltà (Mt 16, 24 – 28)

24Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 26Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? 27Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. 28In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno".

 

Dom 10 luglio     La collaborazione (Mt 9, 35 – 38)

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è molta ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”.

 

Lun 11 luglio     Costruire inSIeme (Mt 18, 15 – 22)

E Gesù disse:

“Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.

In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto anche in cielo.

In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: “Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette”.

 

Mar 12 luglio     … Il nostro sogno diventa realtà  (Mt 5, 11 – 16)

Gesù disse: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.

 

Mer 13 luglio       La felicità di stare inSIeme (Gv 15, 9 – 17)

E Gesù disse:

“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché  tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiedete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”.

 

Martedì  5 luglio ’05

La Terra

Per costruire, per edificare bisogna partire dal basso, dalle fondamenta, dalla terra appunto.

La terra non può essere una terra per così dire “qualsiasi”, occorre una scelta accurata, una valutazione precisa,  saper riconoscere la terra buona, quella su cui poter seminare per poi  avere frutti.

Questo campo è sicuramente un’occasione per provare a costruire qualcosa: siamo in tanti qui a Rumo, con la maggior parte si è condiviso un anno di gioie e dolori, imparando a parlare lo stesso linguaggio, con altri vi è un rapporto di stima e amicizia anche se dopo il campo le strade si divideranno inesorabilmente per raggiungere altre mete, chi il lavoro, chi atri impegni, chi i nipotini, chi i figli ect…

Una cosa però accomuna un po’ tutti: aver scelto una simile esperienza  con la voglia di mettersi un po’ in gioco, sapendo benissimo di non essere in una “vacanza Alpitur”.

Ebbene a Rumo per edificare: la materia prima, la terra, c’è, siamo noi e, a dire il vero, siamo anche abbastanza “arati”, ogni anno che passa quell’aratro che possiamo anche chiamare “vita”, ci trasforma un po’, ci rende più maturi, più disponibili e più coraggiosi.

Millemani del resto è nata proprio in un momento in cui tutto sembrava compromesso con  il lavoro e la fatica di anni messi a dura prova,  con cambiamenti certamente non voluti ma “accettati” con grande dignità e decoro.

Ma proprio quando tutto sembrava essere barcollante, quella materia prima ha deciso di plasmarsi in una nuova forma quella di “milleman”, le mani di sempre, i cuori di sempre, le faccie di sempre, che come per incanto è come se si fossero trovati davanti ad un altare per pronunciare il fatidico sì.

Quel sì con il quale si inizia a costruire una famiglia è diventato sinonimo di certezza, quella di voler continuare a lavorare insieme per edificare sogni sempre più importanti.

A Spoleto, a dire il vero, le mani e i cuori sono tanti e sono ancora più affiatati dopo le grandissime prove di coraggio superate, soprattutto per i ragazzi … è facile perdersi per strada quando la guida non è sicura, ma questo non è accaduto ….

Forse quella terra era terra  buona e ben seminata!

A Genova le mani sono un po’ meno: ogni anno vi è la speranza che la campagna acquisti vada a buon fine anche se  è difficile inserirsi in un gruppo quale il nostro,  partire senza il bagaglio dei campi sulle spalle, senza “sapere quello che c’è dietro”, non si è più ragazzi e questo non aiuta. Ecco allora  quel sì pronunciato davanti all’altare del nostro cuore è ancora più significativo perché al di là di chi si aggiungerà in futuro per Spoleto e per Genova significa che il nucleo c’è, si è costituito ed è ufficiale.

E proprio su questo nucleo si edifica la famiglia, una famiglia in cui non ci si ritrova a tavola davanti ad un televisore senza neppure guardarsi in faccia, bensì una famiglia in cui si dialoga, ci si scontra, si mettono i musi, ma dove alla fine vince sempre quel sì perché gettato su di un terreno fertile.

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Mercoledì 6 luglio

Il progetto

PROGETTO… cerchiamo di non essere riduttivi e limitarci al suo significato principale ma valutiamo ogni suo risvolto… leggiamo questa parola con occhi diversi! Prendiamo qualche suo sinonimo: preferite “disegno” oppure “proponimento” o semplicemente “piano”… pensiamoci!

Tutti noi dobbiamo sentirci protagonisti di questo PROGETTO che si chiama ESISTENZA e sottolineo protagonisti: chi con parti più piccole, chi con parti più elaborate, ma nella stessa misura importanti! Nessuno si deve sentire inferiore all’altro… Abbiamo mani per fare, intelligenza per elaborare, gli altri per costruire insieme e allora: CHI SI SENTE CHIAMATO PARTECIPI… non bisogna aver paura di sbagliare anche gli errori servono, da quelli si riparte più forti di prima!

Madre Teresa di Calcutta diceva: “sono una piccola matita nelle mani di Dio… è Lui che scrive” ecco anche in questo caso il geometra è il Signore che sapientemente elabora il progetto… sentiamoci chiamati a metterlo in pratica, non ci vuole poi tanto a gettare una piccola goccia nel mare, ognuno di noi ha a disposizione gli strumenti, facciamoci operai specializzati di questo disegno!!

QUALCUNO ci ha chiamati, ci ha fatto incontrare, ci ha fatto diventare comunità, ci farà passare giornate indimenticabili in mezzo a questa natura, sentiamoci pronti, quel QUALCUNO ci sta chiedendo di cercare di TRASFORMARE IL MONDO… ascoltiamolo!

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Giovedì 7 luglio

Le fondamenta

Il punto fondamentale è il seguente: per costruire una casa resistente alle intemperie è sufficiente scavare in profondità e gettare le fondamenta sopra alla roccia, ma per costruire noi stessi, per edificare un’associazione degna di questo nome a quale roccia bisogna attecchire? In quest’ultimo caso avere mani buone non è sufficiente e, sicuramente non sono lo strumento decisivo affinché quella casa non crolli; c’è qualcosa d’altro, di ben più importante.

Mi viene in mente il racconto del “mare in una buca” (S. Agostino). E’ la storia  di quel signore, S. Agostino appunto, che una mattina decise di camminare in riva al mare.  All’improvviso vide un bambino che trasportava acqua in un buco e gli chiese a quale gioco stesse giocando a quell’ora. Il bambino molto serio rispose che il suo non era affatto un gioco e che voleva riversare tutto il mare in quella buca. Sorridendo il signore cercò di distoglierlo da quell’impresa a suo dire impossibile, anche il bambino gli sorrise e continuò nel suo gioco poi gli disse “Agostino forse tu hai ragione, ma sappi che è più facile per me travasare qui le acque dell’intero Oceano che alla tua mente scorgere i confini dell’amore di Dio”. Se si edifica una casa, una famiglia, un’associazione sull’amore immenso di Dio è come se si costruisse quella casa sulla roccia, perché in ogni mattone c’è la parola di Dio e con essa il perdono,l’accoglienza, la fiducia, l’amicizia, la preghiera, la speranza, la fraternità, la voglia di andare avanti nonostante tutto. E ancora ….

“Come la pioggia e la neve vengono giù dal cielo e non vi ritornano senza irrigare o far germogliare la terra, così ogni mia parola non ritornerà a me senza aver operato ciò che desidero, senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata”. (Isaia)

Ogni parola ritornerà al Signore dopo aver compiuto ciò per cui il Signore l’aveva mandata ossia  purificare i nostri cuori, i nostri sguardi, i nostri occhi, le nostre mani.

Ora finalmente possiamo gettare le fondamenta perché sicuramente le gettiamo in amicizia, sincerità e fiducia perché quella roccia è divenuta quel tralcio al quale siamo inesorabilmente legati;  perché quella roccia è divenuta un porto sicuro di attracco; perché quella roccia è divenuta un cuore puro che ci fa fare la pace subito dopo aver litigato, che ci fa mettere al primo posto il bene comune rispetto a quello del singolo; perché quella roccia è divenuta il fondamento di una casa – contenitore creato per racchiudere la vera forma che Dio Amore ha voluto per noi, quella ben più importante che è il nostro cuore.

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Venerdì 8 luglio

La prima pietra

La pietra. Elemento che simboleggia qualcosa che serve per cominciare, far nascere, per edificare, quindi qualcosa da cui si parte. Un po’ come siamo noi, o come dovremmo essere per realizzare. Se non ci fosse la pietra come si potrebbe costruire, e se non ci fossimo noi, con i nostri valori, i nostri sogni, come si potrebbe costruire un mondo nuovo? Un mondo ideale dove ogni individuo si possa adoperare per cambiare un po’ la propria esistenza.

Noi ogni giorno poniamo la prima pietra, in tutte le varie occasioni che ci si prospettano e che ci danno l’opportunità di “cominciare”: occasioni come la festa del Volontariato, i campi a Rumo, in NaT@LE che sia TALE, sono pietre in quanto da ognuna di loro scaturisce un seguito, un progetto…; anche i nostri amici della Caritas di Rijeka, dove siamo stati negli ultimi due anni, hanno potuto realizzare i loro progetti con le realtà locali grazie alle tante pietre che sempre mettiamo vicine le une alle altre, con l’augurio di poter vedere, alla fine, pietra dopo pietra, un grande edificio, chiamato…

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Sabato 9 luglio

Le difficoltà

Ognuno di noi ha la sua croce da portare e da sopportare. Nel momento in cui si decide di condividere con altri l’esperienza associativa ecco che le varie croci si trovano a dover convivere: i problemi familiari, quelli di salute, quelli lavorativi, quelli scolastici e chi più ne ha più ne metta.

Il volontariato vive e si nutre di difficoltà perché è fatto di persone convinte, ma persone del tutto normali.

Sono ormai 11 anni che organizziamo il campo famiglie, sono ormai 11 anni che scriviamo il libretto del campo, sono ormai 11 anni che parliamo di bene, che lanciamo messaggi. Ebbene dopo tanti anni il  rischio è di diventare ripetitivi, di dire sempre le stesse cose, di non aver più niente da dire né da comunicare ma non è proprio così. Se ci si sofferma a pensare al bene ci si rende conto che l’argomento è vastissimo e si presta a mille discorsi, a mille ambiti diversi di applicazione senza il rischio di essere ripetitivi e che, anno dopo anno, l’esperienza del campo acquista un suo significato specifico, mai scontato né uguale al precedente.

Siamo noi e sempre noi che spesso complichiamo tutto, creando difficoltà anche dove tutto scorrerebbe liscio, rendendo difficile la nostra esistenza e quella di chi ci sta accanto.

Questo accade anche a Millemani, nei Rangers in tutte le associazioni di volontariato.

Le difficoltà in realtà non esistono siamo noi che le creiamo, a volte anche semplicemente attribuendo troppa importanza a situazioni o a persone che non lo meritano. Ecco che allora queste situazioni o queste persone sembrano improvvisamente essere problemi insormontabili. Il bene, in realtà, è una cosa semplicissima, più facile di quanto non si creda. Ci sono persone speciali capaci di trasformare le difficoltà in bene, il primo esempio lo ha dato proprio Gesù che ha fatto della sua sofferenza il sinonimo di salvezza e di amore per il prossimo. E’ un po’ la capacità di vedere il “bicchiere sempre metà pieno”, è l’entusiasmo che contagia chi ha voglia di fare il bene, è la voglia e la capacità di perdonare.

Ma tutti hanno il coraggio di superare la salita? Dopo tante cadute non è semplice trovare ancora la forza di continuare, con il sorriso, l’unica arma di fronte alla quale nessuno può resistere. La paura di esser soli o, meglio, isolati non deve fermare il bene, che deve insistere, che deve sfondare.

Millemani in questa sua breve vita di difficoltà ne ha superate tante, mi viene in mente la frase di De Andrè “Dal diamante non nasce niente, dal letame può nascere un fiore” e mi viene spontaneo paragonare Millemani a quel fiore le cui radici sono piantate sì nel letame, ma in un letame che non si seccherà almeno fintanto che ci sarà qualcuno che avrà voglia di continuare ad  annaffiare. Millemani è l’esempio concreto di come le difficoltà possano essere trasformate in gioia di fare con il sorriso, il “sorriso di chi dà”.

E poi non dimentichiamo mai che c’è sempre una piccola porta aperta per l’uomo. Può essere la porta del confessionale, quella della famiglia, quella dell’associazione, quella della chiesa o del pentimento. E là c’è sempre un Padre che attende, un padre che ha già perdonato e che aspetta di ricominciare tutto daccapo.

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Domenica 10 luglio

Collaborazione

Parlando di collaborazione, si possono evidenziare due aspetti.

1. “Mi dai una mano?” La frase più semplice e banale del mondo, eppure la più difficile da pronunciare nel mondo degli adulti. Quante volte abbiamo bisogno di aiuto e non lo chiediamo? Orgoglio, vergogna, imbarazzo, paura della reazione dell’altro, paura di carpire una smorfia o un ‘no’ dall’altra parte… non ci fanno neanche tentare, ci fanno chiudere in noi stessi e, a volte, la stessa famiglia si chiude in se stessa, rompendo ogni rapporto con il mondo esterno.

2. D’altro canto, viviamo in una società individualista: ognuno pensa al suo pezzettino a discapito degli altri, o anche a discapito di ciò che lo circonda. L’importante è che dentro la propria casa ci sia odore d’incenso profumato, non importa se al di là dell’uscio c’è una sporcizia enorme o se c’è qualcuno che mendica un pezzo di pane. Ma la cosa più triste è che spesso si tende a paragonarsi e a voler di più di quanto ha un proprio amico.

Allora? In tutto questo, dov’è il cristiano? Dove l’amatevi l’un l’altro? “Ogni volta che avrete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avrete fatto a me…”,  tutte parole che risuonano nel vuoto delle nostre teste piene del “tutto che è niente” ma povere della sola cosa che è ricchezza di per se: la fratellanza, che è espressione dell’amore verso il prossimo e verso Dio.

È ovvio che la vita ci riserva delle difficoltà ma se c’è collaborazione tutto diventa subito più semplice, tutto più possibile. Collaborazione vuol dire mettere le gambe al nostro progetto, al nostro sogno. Collaborazione vuol dire vivere perché ognuno nel suo ‘singolo’ sopravvive ma solo quando si relaziona con i suoi simili conosce la vita.

La collaborazione è importante per il nostro “edificare” perché ognuno di noi ha dei talenti diversi e ciascuno può mettere del suo per migliorare ciò che una sola testa, seppure eccezionale, potrebbe pensare da sola. È come se, per costruire la nostra casa uno portasse i mattoni, l’altro la calce e l’altro ancora la pala per uniformare.

È una scelta grande collaborare, è una scelta ancora più grande chiedere la collaborazione di altri ma è la sola ricetta per superare le difficoltà: inSIemePUO’!

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Lunedì 11 luglio

Costruire insieme

 

La tematica di oggi è questa. È anche un po’ il nostro motto perché con la parola “insieme” il lavoro viene meglio. Lo stare insieme, lo sappiamo, è una grande fatica perché ognuno vuole prevalere sull’altro o come il mondo, che si unisce solo per fare del male (ad esempio: il branco, le guerre…). Noi vogliamo riscoprire anche questo, perché no? Perché non costruire un sogno insieme? E non importa se ci sono chilometri di strada tra di noi. L’esempio lo abbiamo avuto alla Festa del volontariato a Genova, basta crederci e diventa bello anche mettere un piccolo tassello vicino a quello del tuo amico per continuare l’opera.

 

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Martedì 12 luglio

Il nostro sogno diventa realtà

Siamo partiti dalla terra, abbiamo scavato le fondamenta, fatto il progetto, gettato la prima pietra, affrontato le varie difficoltà insieme e con spirito di collaborazione e, finalmente, dopo aver tirato su i muri, perfezionato il tetto, scolpito le finestre, il sogno è divenuto realtà.

Anzi, a dire il vero, la realtà ha superato di gran lunga il sogno e ancora una volta ringraziamo il Signore per essere stato così generoso con noi. Il successo più importante è quello di aver gettato le basi per una vera e propria comunità: è il lavoro che stiamo cercando di portare avanti assieme al Movimento Rangers e alle associazioni di volontariato che collaborano sia a Genova che a Spoleto che a Collegno per le varie Feste del volontariato. Il sogno sarà ancora più grande se poi questa comunità riuscirà ad essere aperta verso gli altri: Millemani marcia su due binari, uno indirizzato  verso l’interno per dare la possibilità a “chi ci crede” di rinsaldare e rinnovare giorno dopo giorno la sua fede e il suo “sì”, l’altro rivolto verso l’esterno a progetti di solidarietà che abbiano come punto di partenza e di arrivo la testimonianza tangibile dell’ amore cristiano.

Un altro sogno realizzato è quello, poi, di essere qui a Rumo inSIeme ognuno con i suoi carismi, con i suoi talenti e con i suoi sogni: in tutti questi anni abbiamo sicuramente capito una cosa perché la vita stessa ci è stata maestra, abbiamo capito che si va avanti non perché c’è qualcuno che ci spinge ma perché c’è un Qualcuno più in alto che ci ha chiamati, che ha scelto proprio noi, gente comune, per realizzare questo sogno. Giorno dopo giorno questo sogno diventa  una conquista: le riunioni, le attività, lo stare insieme, tutto è una piacevole conquista e solo chi è impegnato in qualsiasi genere di volontariato o associazione lo può capire. E’ stato un sogno essere in Piazza Che Guevara a Collegno con 22 associazioni,è stato un sogno essere al Porto Antico di Genova con 51 associazioni, è un sogno essere a Villa Redenta a Spoleto con tanta voglia di continuare e di non arrendersi mai. E’ un sogno avere la voglia di continuare a sognare ben consapevoli che il Signore supera sempre di una spanna i nostri sogni.

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Mercoledì 13 luglio

La Felicità di stare inSIeme

Volge al termine anche questo undicesimo Campo famiglie. Il quinto Genova e Spoleto insieme.

InSIeme in questi giorni abbiamo edificato un qualcosa, abbiamo cercato di lasciare un segno, un segno di bene indelebile, aiutando il nostro vicino, preparando il pranzo o la cena, servendo a tavola, cantando durante la S. Messa, facendo da guida durante le gite, dando conforto a chi era scoraggiato, portando avanti i propri ideali e difendendoli dalle ipocrisie del momento e dalle mode contrarie, a testa alta, senza timori.

La nostra forza è nel Signore, il “Signore delle cime”, quelle a cui ci siamo accostati in questi giorni e che, sicuramente, ha sussurrato ad ognuno di noi qualcosa di unico e speciale: la ricetta per stare inSIeme, la felicità di stare inSIeme sulle ali dell’amore.

Siamo stati insieme ben sapendo che a partire dal 13 luglio le nostre strade si divideranno per incontrarsi nuovamente per altri sogni importanti, ben sapendo che il nostro stare insieme non è uno stare insieme semplicemente per prendere un caffè o per fare una passeggiata ma è uno stare insieme ben più impegnativo. Il nostro stare insieme può essere forte e sentito anche a distanza di 600 km, perché sono gli ideali veri ed autentici a tenerci uniti e sicuramente, con queste premesse, non ci lasceremo mai. Il nostro stare insieme è stato capace di abbattere le distanze, ha reso possibile “il farci essere” sempre al momento giusto: quante volte la presenza di Spoleto è stata determinante per realizzare progetti importanti! Eppure Spoleto non è dietro l’angolo, eppure Spoleto c’è sempre anche se è lontano, anche se, forse, in questo momento è il più solo di tutti, ma, al tempo stesso, il più forte perché ha voglia di stare insieme con serenità e amore disinteressato, perché ha voglia di dare con il sorriso. Durante le riunioni di Mosaico si cita sempre ad esempio il grande impegno e la grande serietà di inSIemeVOLA che sembra quasi essere un extraterrestre, che ha sempre qualcosa da insegnare agli altri, che ha persone veramente speciali tanto da far sembrare quella realtà un mondo a se stante completamente diverso sia da Sestri che da Collegno. Il sogno che è il modo di stare inSieme di Spoleto diventi la regola per tutti gli altri, che quel mondo a se stante diventi il mondo “di e per tutti”, che l’esempio di Spoleto continui a farci da guida e a trasmetterci la felicità di stare insieme.  Grazie a tutti!

 

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Ultimo aggiornamento: 14-11-05