2025: ANNO DA NON SPRECARE

 

 

(06) “La preghiera”

 

 

 

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   E’ opportuno ripetercelo ancora una volta: l’Anno Santo è un invito impellente a varcare la porta che, dopo averci introdotti all’esplorazione del nostro io, ci spinge fuori casa additandoci la porta spalancata che introduce nel mondo di Dio, il solo capace di colmare i nostri vuoti. Due porte aperte che invitano all’incontro, favoriscono la conoscenza, l’accoglienza, la comunione.

   Per accogliere il” vino nuovo” (cfr Mc 2, 22), il “vino” migliore”, del quale si parla nel racconto delle nozze di Cana (cfr Gv 2, 1 – 12), occorre ripulire o addirittura sostituire gli otri o le giare. Bisogna accettare di rimettersi in discussione e di intervenire, se il caso, non con un semplice restauro di facciata ma radicalmente.

Non un cambiamento imposto da una moda superficiale ed opportunista, ma un progresso, una conversione guidata da una attenta e fiduciosa lettura dei “segni tempi”.  

  Possiamo rileggere in questa ottica la seguente pagina del vangelo secondo Giovanni? “Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù stette in mezzo a loro e disse: <Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi>. Detto questo soffiò e disse loro: <Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati>” (Gv20, 19 - 23).

   Paura e timore; porte chiuse che però non impediscono a Gesù di entrare e di portare la sua pace, la riconciliazione; Gesù che comunica la vita, il respiro, lo Spirito di Dio, come già nella creazione del primo uomo; il perdono dei peccati. Un giubileo in piena regola, da vivere e da comunicare!

   Rimaniamo ancora nel vangelo convinti che quelle parole sono state tramandate perché ciascuno di noi ci si possa rispecchiare. La famosa e commovente parabola del “figlio scapestrato”, o meglio ancora del “Padre accogliente” e del “figlio” apparentemente perfetto” (cfr Lc 15, 11- 32), ci ricorda che ciascuno può e deve identificarsi con ognuno dei protagonisti: il figlio che ha sbagliato ma che riconosce il suo comportamento errato; il fratello dotato - ma solo apparentemente -  di obbedienza, di operosità di giustizia,  Il Padre che quando vide da lontano il primo che ritornava “gli corse incontro” come poi  ” uscì a supplicare ”il secondo  di entrare.

    Una parabola, e non è la sola, che l’Anno Santo ci sprona a rileggere, a interpretare, ma soprattutto  ad attualizzare coerentemente, seppure con gli adattamenti del caso.

   Le riflessioni sin qui fatte ci hanno convinti e preparati, speriamo, a “cambiare casa”; a varcare le porte - di uscita e di ingresso - con la celebrazione del sacramento della confessione o riconciliazione al quale siamo diretti anche in occasione della Pasqua che si avvicina.    

 

 

a cura di “p.angelo@oadnet.org”

 

 

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 16-04-25