Quante volte siamo stati invitati o abbiamo esortato altri
a distrarsi, a non pensarci troppo.
Buon rimedio, la distrazione, quando si rischia di
rimanere vittime dell’efficientismo che rende presuntuosi ed egoisti, o
di essere schiacciati da pesanti responsabilità. Senonché tale fuga può
favorire la superficialità, la indifferenza, la irresponsabilità,
atteggiamenti che mortificano la libertà la quale è chiamata a gestire
rettamente la volontà.
Rinunciare a pensare è declassarsi, ridursi da persone a
macchine.
Pensa chi non si limita a vedere, ma guarda, osserva; chi
non soltanto sente, ma anche ascolta e ricorda; chi reagisce ed
interviene, ma non impulsivamente o a gamba tesa; chi sceglie dopo aver
conosciuto e confrontato; chi agisce spinto da motivazioni valutate e
non in balia di capricci effimeri.
Chi pensa, in una parola, valuta sé stesso. Si pesa, si
costruisce e si realizza.
Ma possiamo tracciarci una strada, e siamo in grado di
percorrerla senza ricorrere ad altre guide competenti? riusciamo a
fornirci di adeguati strumenti? La esperienza quotidiana ci dimostra che
quando vogliamo agire in assoluta indipendenza, costruendo senza Dio, o
contro Dio, rischiamo di accumulare macerie e rovine.
Celebrare l’anno santo è rendere operativo ed efficiente
il cantiere che collega i nostri sentieri al percorso tracciato da Dio e
che è una autostrada.
Gesù è chiaro nel riaffermare ripetutamente la centralità
della sua missione: “Io sono la vite, voi i tralci, chi rimane in me ed
io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla”
(Gv15,5).
Leggiamo, ancora, che dopo la affermazione di Gesù: “Io
sono il pane vero disceso dal cielo, pane generatore di vita piena”,
molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con
lui. Disse allora Gesù ai Dodici: <forse anche voi volete andarvene?>.
Gli rispose Pietro: <Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita
eterna>” (cfr Gv 6, 66-69).
Parole che conosciamo e che abbiamo condiviso. Parole che
troppe volte, però, dimentichiamo rifugiandoci in distrazioni illusorie
e devianti.
Pensiamoci, per rimanere in carreggiata!
Dice Pascal: “Basterebbe togliere agli uomini tutte le
distrazioni e comincerebbero a pensare a quello che sono, da dove
vengono, dove vanno” (Pensieri).
a cura di “p.angelo@oadnet.org”