2025: ANNO DA NON SPRECARE

 

 

(04) “La distrazione”

 

 

 

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   Quante volte siamo stati invitati o abbiamo esortato altri a distrarsi, a non pensarci troppo.

    Buon rimedio, la distrazione, quando si rischia di rimanere vittime dell’efficientismo che rende presuntuosi ed egoisti, o di essere schiacciati da pesanti responsabilità. Senonché tale fuga può favorire la superficialità, la indifferenza, la irresponsabilità, atteggiamenti che mortificano la libertà la quale è chiamata a gestire rettamente la volontà.

   Rinunciare a pensare è declassarsi, ridursi da persone a macchine.

   Pensa chi non si limita a vedere, ma guarda, osserva; chi non soltanto sente, ma anche ascolta e ricorda; chi reagisce ed interviene, ma non impulsivamente o a gamba tesa; chi sceglie dopo aver conosciuto e confrontato; chi agisce spinto da motivazioni valutate e non in balia di capricci effimeri.

   Chi pensa, in una parola, valuta sé stesso. Si pesa, si costruisce e si realizza.

   Ma possiamo tracciarci una strada, e siamo in grado di percorrerla senza ricorrere ad altre guide competenti? riusciamo a fornirci di adeguati strumenti? La esperienza quotidiana ci dimostra che quando vogliamo agire in assoluta indipendenza, costruendo senza Dio, o contro Dio, rischiamo di accumulare macerie e rovine.

    Celebrare l’anno santo è rendere operativo ed efficiente il cantiere che collega i nostri sentieri al percorso tracciato da Dio e che è una autostrada.

   Gesù è chiaro nel riaffermare ripetutamente la centralità della sua missione: “Io sono la vite, voi i  tralci, chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla” (Gv15,5).

    Leggiamo, ancora, che dopo la affermazione di Gesù: “Io  sono il pane vero disceso dal cielo, pane generatore di vita piena”, molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: <forse anche voi volete andarvene?>. Gli rispose Pietro: <Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna>” (cfr Gv 6, 66-69).

   Parole che conosciamo e che abbiamo condiviso. Parole che troppe volte, però, dimentichiamo rifugiandoci in distrazioni illusorie e devianti.

   Pensiamoci, per rimanere in carreggiata!

   Dice Pascal: “Basterebbe togliere agli uomini tutte le distrazioni e comincerebbero a pensare a quello che sono, da dove vengono, dove vanno” (Pensieri).

 

 

a cura di “p.angelo@oadnet.org”

 

 

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 16-04-25