2025: ANNO DA NON SPRECARE

 

 

(01) “Presentazione)

 

 

 

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Non tutti potranno, in questo Anno Santo 2025, fare il tradizionale pellegrinaggio a Roma. Tutti però sono invitati a camminare verso la meta che esso ci propone.

Con il termine “anno” indichiamo un preciso “spazio di tempo” durante il quale ci si impegna per la realizzazione di programmi e progetti, di desideri, di auguri, di progresso sia nella vita individuale sia nell’ambito sociale. Con la parola “santo” indichiamo qualcosa che va oltre il limitato nostro modo di pensare, desiderare, vivere. Santo è’ il mondo di Dio al quale si desidera essere collegati per migliorare il mondo nel quale si vive.

Si tratta, in altre parole, di collaborare con Dio perché si incrementi il cantiere con il quale Gesù Cristo ha iniziato la ricostruzione del “perduto paradiso terrestre”.    

Il rito che dà inizio all’anno santo è l’apertura della porta santa.

 Trovare una porta aperta ci fa sentire attesi, accolti, amati. Una porta aperta dischiude nuovi orizzonti, apre nuove strade, offre occasioni di incontri e confronti. Nel vangelo troviamo queste parole di Gesù: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo … io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 9-10).

Si entra nel mondo di Dio attraverso Gesù, porta per eccellenza, che apre al futuro e chiude al passato.

Nei libri della bibbia che chiamiamo “vecchio testamento” (prima alleanza o riconciliazione fra cielo e terra) Dio  chiede al suo popolo di celebrare, ogni cinquanta anni, l’anno giubilare -  annunciato con il suono del corno di montone o yobel – che mirava a ristabilire un corretto rapporto con Dio; tra le persone e con la creazione; a purificare dai peccati; a condonare  debiti; a dar riposo della terra; a restituire i terreni alienati; ecc … ).

Nella tradizione cattolica il giubileo si celebra ogni 25 anni ed insiste sulla conversione personale, che rinnova e rafforza il patto con Dio, tramite i sacramenti e le indulgenze.

 Non vengono tuttavia trascurate, o dimenticate, le esigenze della vita sociale indicate chiaramente ed inequivocabilmente da Gesù: “Venite benedetti del Padre mio … Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato; nudo e mi avete vestito; malato e mi avete visitato; carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti risponderanno: Signore, quando …? E rispondendo il re dirà loro: in verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Mt 25, 33 – 40).

Da quanto sopra il programma dell’anno santo è tracciato. Ricercheremo, in seguito, l’equipaggiamento necessario per raggiungere la meta.

 

 

dicembre 2024 – Foglio periodico a  cura di “p.angelo@oadnet.org”

 

 

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 16-04-25